6 Marzo 2020

Storia di un delirio – Il caso del Dottor Schreber

Quando Daniel Paul Schreber, Presidente della Corte di Appello di Dresda, pubblica nell’anno 1903 le Denkw rdigkeiten eines Nervenkranken “Memorie di un malato di nervi”, Freud vi trova immediatamente ottimo materiale di lavoro per la sua indagine sulla paranoia, scientificamente indicata come dementia paranoides. L’indagine sulla patologia psichica del Dott. Schreber è dunque condotta sulla base delle sue dichiarazioni pubbliche; Freud descrive e interpreta il caso clinico ma non ha mai analizzato Schreber in un setting psicanalitico. A sostegno di ciò tuttavia lo psicoanalista austriaco sottolinea come i paranoici siano gli unici ad esprimere, seppur in maniera deformata ciò che altre persone affette da altre patologie psichiche invece tacciono.

La prima malattia di nervi si manifesta in Schreber all’età di 42 anni: diagnosticata come grave attacco ipocondriaco la patologia induce Schreber a sei mesi di ricovero presso la clinica del Dott. Flechsig. Seguono otto anni di assoluta moderazione tanto in campo professionale quanto sentimentale, grazie alle buone gratificazioni ricevute nella professione forense ed alla vita coniugale e sociale globalmente soddisfacente, escludendo però i continui fallimenti riguardo i tentativi di avere figli dalla moglie.
Allorchè gli viene annunciata la possibilità di un incarico di rilievo in qualità di Presidente della Corte di Appello di Lipsia riemergono i sintomi della prima malattia preannunciati questa volta da alcuni sogni vissuti tra il sonno e la veglia in quello che potremmo definire un vero e proprio periodo di incubazione in cui emerge dominante la fantasia dell’essere una donna che soggiace alla copula. Dopo il secondo ricovero, ricompaiono i sintomi dell’ipocondria, arricchiti da un elemento misticheggiante: le sofferenze fisiche e le mutilazioni gli sarebbero imposte da Dio. Con il procedere della malattia, le suggestioni si articolano in un sistema estremamente coerente riducendo via via lo sdegno che Schreber aveva manifestato inizialmente posto dinanzi a quella indecorosa fantasticheria di una trasformazione da uomo a donna. La peculiarità del caso Schreber sta nel fatto che tali fantasie deliranti pare non intaccassero la lucidità mentale e la propria capacità di mantenere relazioni sociali anche con ragguardevole spessore culturale.

Il sistema delirante viene ben riassunto nella perizia del Dott. Weber redatta nel 1899. Schreber, come riportato in tale relazione, si considera investito di una missione di redenzione dell’umanità per restituirvi la beatitudine (la quale altro non sarebbe che una sensazione perenne di voluttà). Per adempiere a questo incarico è necessario che si trasformi in donna: egli, tuttavia, non desidera questa mutazione, ma la accetta come premessa irrinunciabile di un grande piano cosmico e provvidenziale, il cosiddetto Ordine del Mondo. Ogni essere umano è attraversato da sottilissimi nervi, instillati nel corpo dalla divinità al momento della nascita e destinati a ricongiungersi a Dio dopo la morte: tali nervi costituiscono l’intelletto umano, le facoltà spirituali e la sede dell’anima. Le anime inoltre sarebbero, seguendo il contenuto delirante di Schreber, in comunicazione tra loro non solo metafisicamente ma anche verbalmente. Esse si parlerebbero in una lingua simile ad un tedesco arcaico, zeppo di espressioni eufemistiche. Dio risulta per Schreber un’essere imperfetto, costituito di soli nervi qualitativamente identici a quelli che attraversano il corpo dei mortali. Dio può però imbattersi in uomini i cui nervi esercitino su di Lui una forza attrattiva tanto intensa da minacciarne addirittura la sopravvivenza, a causa di ciò allora tenta di riallacciare se stesso con i nervi instillati negli uomini allo scopo di conseguirne voluttà.

Riferimenti bibliografici:

  • Freud, 1911 – Psychoanalytische Bemerkungen uber einen autobiographisch beschriebenen Fall von Paranoia (Dementia paranoides)
  • https://liceoberchet.edu.it/netday00/scienza/freud/schreber.htm

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