13 Maggio 2023

La noia degli Adolescenti

Come di consueto è puntuale all’incontro. Chiedo a V. come sia andata la settimana e la festa a cui avrebbe dovuto partecipare. Riferisce di essersi annoiato nel corso della serata trascorsa con i coetanei eccetto che nei momenti in cui sono stati intavolati argomenti di tipo intellettuale (argomenti di fisica, di filosofia, etc). Il concetto di noia è qualcosa di connesso alla insoddisfazione, alla demotivazione, alla riluttanza nei confronti dell’azione, al sentimento di vuoto (Galimberti, Nuovo Dizionario di Psicologia 2018); il concetto di noia è stato studiato a lungo dalla filosofia, dalla psichiatria e dalla psicoanalisi. Esso riguarda la presenza di energie nell’uomo non impiegate. Ludwig Binswanger (noto fenomenologo) ne dà una definizione interessante accostandola ad un modo soggettivo di vivere la temporalità che diviene “deietta” ( da “Deiezione”) ossia anonima (senza attesa e senza meta) e scandita solo dal lento avanzare delle lancette di un orologio. Altro contributo rilevante e illuminante è quello psicoanalitico secondo cui la “noia” potrebbe avere a che fare con una forma di esagerazione nevrotica caratterizzata da uno stato di eccitazione il cui scopo è però represso; ciò nonostante il soggetto rimarrebbe fissato su un tale scopo che risultando inconscio non sarebbe funzionale a rilassare la tensione intima. Un ulteriore interpretazione psicoanalitica (Andrè Haynal) sottolinea il rapporto tra noia e depressione configurando e identificando il soggetto annoiato come colui il quale non riesce a trarre soddisfazione dal suo mondo interiore nè tantomeno dagli stimoli offerti dal mondo esterno; ciò sarebbe causato da un’Ideale dell’Io (o Super Io) troppo rigido il quale essendo megalomanico tenderebbe a svalutare tali stimoli.

Nel corso dell’incontro il paziente sottolinea di sè il fatto di non riuscire a mantenere una costante attenzione durante l’ascolto dei suoi interlocutori a causa dell’inconsapevole bisogno di perdersi nei propri pensieri/fantasie; ciò pare allora dimostrare la presenza di un mondo interiore ricco il quale non trova adeguata e soddisfacente possibilità di “scarico tensivo” attraverso attività, piaceri, passatempi che allo stato attuale risultano configurarsi esclusivamente come buoni propositi esplicitati verbalmente dal giovane il quale lamenta gli “imperativi” familiari che lo vorrebbero sovente attivo e performante come richiesto dal condizionante e indotto immaginario collettivo.

Bibliografia:

Binswanger L., Schizophrenie, 1957

Haynal A., Il senso della disperazione. La problematica della depressione nella teoria psicoanalitica (1976)

Galimberti U. Nuovo Dizionario di Psicologia, 2018

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