3 Ottobre 2015

Il corpo ci parla

Ebbene si anche il corpo parla, anzi comunica. Non si tratta di un “linguaggio verbale”; tuttavia esso presenta una forza persuasiva di gran lunga maggiore rispetto a quella esplicitata da una comunicazione di tipo verbale.
Quando il corpo ci parla si manifesta il nostro mondo inconscio. Ciò che esso comunica racchiude convinzioni, credenze, desideri, emozioni e tanti altri aspetti che ci appartengono ma di cui non sempre siamo consapevoli. Potremmo dire che il corpo parla agli altri di noi in maniera più autentica di quel che riusciamo a fare noi stessi attraverso la parola.
E’ impossibile non comunicare” era solito dire Paul Watlzawick, noto psicologo austriaco. Anche quando siamo in silenzio tendiamo a comunicare qualcosa di noi a chi ci sta di fronte e lo facciamo proprio attraverso il nostro corpo. Il corpo comunica il suo stato d’essere in differenti modalità, alcune richiedono una attenta osservazione per poterle interpretare; altre risultano molto più esplicite e quindi hanno un significato più ingenuo ed immediato.
Siamo in tanti a pensare che gli occhi sanno parlare. Non mi riferisco agli occhi della cosiddetta “persona innamorata”, ma al fatto che questi preziosi organi di senso possono comunicare qualcosa di noi all’interlocutore attraverso i loro movimenti. I nostri occhi inviano forti segnali riguardo al modo in cui pensiamo. Per esempio prova a fare lo spelling di una parola di difficile pronuncia. In che direzione si stanno muovendo i tuoi occhi?
Se hai risposto in maniera corretta è probabile che li avrai rivolti in alto rispetto alla tua linea degli occhi come se la parola fosse stata scritta su uno schermo posto di fronte a te. Il modo in cui usiamo gli occhi indica che tipo di pensiero stiamo formulando in quel momento.
Vediamo rapidamente come interpretare, nel linguaggio del corpo, i movimenti oculari:

Occhi in alto a sinistra, quando ricordiamo immagini che abbiamo già visto.
Occhi in alto a destra, quando costruiamo nella nostra mente immagini che non abbiamo mai visto prima.
Sguardo fisso, dritto davanti a sé. Lo adottiamo quando ricordiamo o costruiamo un ‘immagine.
Occhi che guardano verso sinistra, quando ricordiamo suoni che abbiamo già sentito.
Occhi che guardano verso destra, quando costruiamo suoni che non abbiamo mai sentito.
Occhi che guardano in basso a sinistra, quando parliamo nella nostra mente o ci poniamo delle domande.
Occhi in basso a destra, quando accediamo alle nostre sensazioni.

Ricorda che guardare in alto o dritto davanti a sé fa riferimento ad un segnale “visivo”; mentre guardare di lato riguarda un segnale di tipo “auditivo”.
Tutto ciò ci induce a pensare che “mentire con il linguaggio del corpo è pressoché impossibile”.

Ma “realisticamente” cosa intendiamo quando diciamo che “il corpo ci parla”? Cosa significa?
Vediamo nello specifico di cosa si tratta di modo che potrai imparare a riconoscere i momenti in cui ciò ti accade nel quotidiano. Il nostro corpo si esprime attraverso 3 canali comunicativi non verbali:

a) VOCE (Intonazione; Tono; Cadenza; Velocità; Accento; Esitazioni; Ritmo; Enfasi; Pause; Frequenza con cui si risponde.)
b) TESTA e VISO (Espressioni del viso, Movimenti della testa; Movimenti oculari; Lineamenti del viso; Contrazioni muscolari; Contatto oculare; Tensione muscolare; Posizione della testa; Colore della pelle; Espressioni della bocca.)
c) CORPO (Movimenti del corpo; Postura; Gesti di mani e braccia; Frequenza e natura del contatto con sé o con gli altri; Ritmo del corpo, come movimenti e pause del corpo; Prossimità agli altri; Sincronia dei movimenti; Ritmo del respiro se alto, medio o basso; Posizione e direzione di gambe e piedi.

Potresti chiederti se esiste un motivo per il quale è importante capire quando il corpo ci parla?
Numerosi studi, i primi dei quali pubblicati nel 1972, hanno portato alla conclusione che più del 90% delle nostre capacità di influenzare comunicando non dipendono dalle parole che utilizziamo. Pertanto possiamo affermare che “la nostra capacità di influenzare va al di là delle parole”. Nell’applicazione di tali principi è buona norma ricordare che queste informazioni rappresentano semplicemente dei “segnali”, degli “indizi”. Imparando a prestare attenzione ai segnali non verbali potremo ad esempio sapere: quando interrompere una conversazione; se il nostro interlocutore ha compreso ciò che abbiamo detto; quanto il nostro interlocutore sia realmente d’accordo con noi; quanto siamo riusciti a toccare le motivazioni più profonde del nostro interlocutore; quale “schema di pensiero” sia il più funzionale ad entrare in empatia con lui; se abbiamo compreso e rispettato le norme culturali della persona che abbiamo di fronte a noi.
Ricorda un presupposto basilare:
Ognuno di noi ha uno specifico modo di esprimersi attraverso il linguaggio del corpo. Questo è anche uno dei principi fondanti la disciplina della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL).
In una relazione di qualsivoglia tipologia noi possiamo “associarci” o “dissociarci” a seconda della nostra capacità di entrare in empatia o meno con i pensieri dell’interlocutore.
Il modo in cui il corpo ci parla cambia repentinamente ed inconsapevolmente a seconda dello stato in cui ci troviamo. Ad esempio in una riunione è facile identificare le persone che sono associate; queste sono solite porgere il loro busto in avanti, gesticolano e saltuariamente interrompono il mittente allo scopo di chiarificazioni. Al contrario, coloro che vivono l’esperienza in modo dissociato tengono generalmente il busto all’indietro, ponendo una distanza tra la situazione e loro stessi, si tratta di una distanza tanto “fisica” quanto  “mentale”.
Anche la presenza o assenza di tensioni nel corpo è espressione dei nostri processi mentali.
Il nostro comportamento influenza il nostro modo di pensare e le nostre sensazioni. Incurvando le spalle e irrigidendo i muscoli del collo finiremo probabilmente col pensare ai nostri problemi. Diversamente, suggerire a chi si sente giù di morale di tenere in alto il mento è un consiglio molto sensato e funzionale al cambiamento del personale stato d’animo.
E’ il caso di fare qualche esempio ancora più pratico! Prova a sollevare la testa e per un attimo pensa qualcosa che a malincuore devi o dovresti far. Allora presta attenzione a quanto avviene nel tuo corpo.
Dopodiché pensa a qualcosa che vorresti fare con grande entusiasmo e cerca di percepire cosa essa suscita in te a livello corporeo.
Non è affatto una sorpresa che una delle maggiori cause di assenza dal luogo di lavoro siano problemi legati alla “schiena” ed all’”apparato gastro-intestinale”. Cosa pensi ciò ci dica ciò su come si sente una larga fascia della popolazione relativamente al proprio ambiente lavorativo?
Ricorda che qualsivoglia pensiero formuli ed immagini nella tua mente sarà immediatamente recepito dal tuo corpo, il quale si conformerà ad esso. Fare in modo che diventiamo più consapevoli dei momenti in cui il corpo ci parla può consentirci di assumere un punto di vista dissociato ed eventualmente  fornire un aiuto prezioso a chi, troppo coinvolto emotivamente, non riesce a districarsene.

Riferimento bibliografico:

Sue Knight (2009), PNL al lavoroAlessio Roberti Editore – Nlp Italy

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