22 Dicembre 2015

Il pensiero condizionato

“Il tutto è falso, è falso il tutto”  intonava il cantautore Giorgio Gaber. Cosa intendesse dire Gaber possiamo solo intuirlo prendendo in considerazione le sue idee, il suo pensiero. Eccoci ad un punto importante, il pensiero. Cos’è il pensiero? Siamo propri sicuri di essere noi i creatori dei milioni di pensieri che scalpitano e affolano la mente di ogni individuo?

Potremmo dire che “noi siamo ciò che pensiamo”, questo è infatti uno degli assiomi su cui si fonda la PNL (Programmazione Neuro Linguistica). I pensieri sembrano già essere in noi e quella che definiamo come  capacità di pensare non sembra altro che una semplice visualizzazione di idee  già “confezionate”, pronte a darci ansie, gioie, paure, incertezze o entusiasmi non  appena il “faro” della nostra coscienza le illumina.

Dunque se non siamo noi a produrre i nostri pensieri, chi ne è il creatore? A questa domanda non vi è risposta, o perlomeno non vi è una risposta certa. I pensieri sono “cose” poichè nascono da cose materiali, precisamente esperienze e situazioni di vita che lasciano un “segno” dentro di noi, le quale ci renderanno poi il conto a distanza di anni. I pensieri originali, originati da vissuti personali si “incarnano” in noi, fisicamente e psichicamente fino ad organizzarsi in un tutto coerente e logico che donerà  credibilità e legittimità ai comportamenti che assumeremo ed ai pensieri che si paleseranno nella nostra mente. A questo punto familiari, amici, conoscenti parleranno di noi e del nostro carattere sulla base dell’idea personale che hanno prodotto. L’idea personale è frutto di uno “schema di pensiero”; è tutto frutto di schemi di pensiero i quali non rispondono mai ad una realtà oggettiva. “Il tutto è falso!”.

Detto ciò, allora esiste qualcosa di non fasullo, qualcosa a cui aggrapparsi per evitare un siffatto senso di disorientamento?

Essere “consapevoli” di una constatazione del genere è sicuramente un buon inizio verso la ricerca della “verità“. Il Gesù storico sosteneva che la verità ci avrebbe reso liberi.  Il punto dolente riguarda la ricerca della stessa. Percorsi iniziatici, meditazione, yoga, pratiche religiose, terapie psicologiche, l’ uomo si affida da sempre a strumenti con i quali crede e spera di trovare conforto ed equilibrio psichico. Sono pochi quelli che cercano la “verità”.

Ma poi di che verità parliamo? La verità è che manca il lavoro, c’è ancora tanta disoccupazione, poi ci sono gli attentati e la minaccia di una guerra non pare più tanto utopia; la guerra invece vive nei territori islamici, fisicamente lontano da noi eppure “emotivamente” così vicino.

A modo nostro anche noi “guerreggiamo“. Questo succede col vicino, con il partner o con il tizio di turno che ci sorpassa in auto. La verità è che siamo tutti diversi ma così uguali per quello che “pensiamo” e per come lo “facciamo”. Si, e’ vero che le tradizioni ed il tipo di cultura  ci rendono un pò più apprezzabili di altri popoli tuttavia  stiamo  divenendo sempre più simili a veri e proprio ròbots. I nostri schemi di pensiero ci hanno reso vero e propri “automi” al servizio del nostro Ego. Cartesio era solito dire “Cogito Ergo Sum” e l’uomo di oggi si identifica più che mai  con il proprio pensiero, condizionato ed automatizzato.

 

 

 

Riferimenti bibliografici:

Sue Knight (2009), PNL al lavoroAlessio Roberti Editore – Nlp Italy

Eckart Tolle (2005), A New EarthMondadori Editore 

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