6 Aprile 2016

La funzione dei Sogni

Ciascuno di noi necessita di riposo, soprattutto nel contesto frenetico e movimentato in cui l’uomo-sociale è immerso. Il riposo rappresenta il momento durante il quale l’essere umano recupera e ripristina l’energia dissipata ed investita nella vita reale (funzione biologica del sonno). Il termine “reale” in tal caso riguarda la fisicità, la materialità del visibile. Tuttavia esiste  un concetto di realtà che fa riferimento al non visibile, all’immagine ed al simbolo. Questi ultimi tre elementi caratterizzano il mondo dei sogni.

Quello del “sogno” è un tema che attrae, respinge, affascina e stupisce poichè su di esso si sa ancora poco o perlomeno tutte le teorie e gli studi effettuati pare non abbiano ancora appagato la sete di conoscenza che tale argomento ha da sempre stimolato e stimola ancora nel genere umano. Forse semplicemente se ne dovrebbe parlare il meno possibile, in fondo i sogni appartengono ad un mondo in cui i ragionamenti razionali a cui siamo abituati risultano inadatti, ciò determina il rischio costante di far apparire il mondo onirico come una realtà da banalizzare poichè non congruente con i processi logico-deduttivi dell’uomo civilizzato.

Freud invece ha preferito parlarne e fornire ai posteri una grande mole di materiale al riguardo. Per il padre della Psicoanalisi un sogno rappresenta la via regia attraverso cui si esplicita il mondo inconscio personale di un individuo. Ciò che il sogno manifesta attraverso le immagini oniriche è sottoposto a parziale “censura”, ne risulta che i sogni per Freud non rappresenterebbero mai ciò che realmente vorrebbero rappresentare. Nel pensiero freudiano i sogni sono semplicemente appagamenti di desideri, i quali erano già divenuti oggetto di rimozione e completa censura nella  vita cosciente. In tale ottica di pensiero l’uomo vivrebbe la propria psiche in maniera unilaterale, di giorno nel suo aspetto coscientemente razionale; di notte dando sfogo a quel mondo inconscio che finalmente si libera dalla prigionia della mente. Un mondo inconscio che a volte può essere terribile, angosciante al punto tale da lasciare i residui del suo vissuto anche al risveglio e nelle azioni del quotidiano. Altre volte invece l’inconscio agisce attraverso immagini piacevoli che allietano la giornata. Non mancano i casi in cui il ricordo del sogno svanisce, questo accade soprattutto a coloro che vivono profondamente quell’unilateralità a cui abbiamo già accennato (i casi possono riguardare sia soggetti cosiddetti “sani” che soggetti affetti da patologie psichiche, come accade in alcune forme di “psicosi”).

Carl Gustav Jung  concepisce i sogni in modo assai differente dal pensiero  freudiano. Tuttavia  lo stesso Jung riconosce fondamentale il contributo che lo psicoanalista austriaco ha fornito alla nascita, allo sviluppo ed alla diffusione di un argomento che fino ad allora non aveva mai avuto una legittimazione scientifica tale da stimolare studi e ricerche al riguardo.

Ritengo che la visione analitica junghiana nel modo di concepire il mondo simbolico dei sogni sia la più funzionale alla cura dei conflitti psichici. Essa risulta molto più idonea alla risoluzione di quei momenti conflittuali di “stasi” e “disadattamento”  nella vita psichica di un individuo. Mi riferisco a quei periodi in cui si ripropongono esperienze e situazioni  di vita di cui vorremmo fare a meno, ma che puntualmente si ripetono. Separazioni, lutti, isolamento e malattie sono solo alcuni degli esempi da fornire.

Prendiamo il caso della malattia psichica. Essa è concepita da Jung come una vera e propria “possibilità di cambiamento”. Ci si “ammala” quando nel soggetto sta per emergere una nuova forma di consapevolezza. In tali circostanze, afferma Jung, sono proprio i sogni a venirci in aiuto attraverso i simboli che essi manifestano. “Interpretare” un sogno, nel suo evolversi è cosa ardua ed impegnativa da un punto di vista razionale. Ma tutto ciò sarebbe semplicemente uno sforzo inutile. Nel mondo dei sogni, come abbiamo già detto, non vige nessuna logica razionale; pertanto un ragionamento di questo tipo non risulterebbe pertinente e funzionale. Per Jung il sogno non va interpretato; in caso contrario esso sarebbe limitato dall’atteggiamento pregiudizievole dello stesso sognatore che ricorrendo ad una interpretazione ne avrebbe già dato una visione limitante. Nei sogni, invece, risiedono risorse e potenzialità che verranno dispiegate nella vita psichica del sognatore a patto che quest’ultimo permetta loro di realizzarsi.  Se sussistono tali condizioni potrebbe accadere nella vita cosciente una situazione che il sognatore deciderà di collegare al sogno in questione, donando allo stesso il significato e l’interpretazione mancanti. All’interno di tale ottica di pensiero i sogni assumono una visione “finalistica” a dispetto di una concezione “causale” tipicamente freudiana.

Ma allora quale funzione hanno i sogni?

I sogni hanno molteplici funzioni, alcune a beneficio del corpo fisico altre riguardanti la vita psichica di un individuo. Ciò che più interessa riguarda la funzione compensativa dei sogni. Si tratta di una funzione equilibratrice in stretto rapporto con l’atteggiamento cosciente; più quest’ultimo è rigido, più la compensazione inconscia è intensa. Riportiamo un esempio: un individuo vive la sua giornata all’insegna di comportamenti “volutamente” pacati e docili; un inconscio personale così represso presenta il suo conto di notte, quando cioè le difese conscie sono ridotte ai minimi termini. Accade allora che attraverso  i sogni viene a manifestarsi la forza  pulsionale repressa durante il giorno; in tale maniera opera la funzione compensativa dei sogni.

In ogni caso è bene ricordare che la compensazione ha senso solo se rapportata all’atteggiamento cosciente della persona, pertanto sarebbe banale affermare che una persona pessimista faccia solo sogni allegri e ottimisti.

Gradirei concludere con parole riferite dallo stesso Jung:

<Sono quindi giunto alla persuasione che la concezione freudiana, secondo la quale i sogni avrebbero essenzialmente una funziona volta ad appagare i desideri e a conservare il sonno, è troppo angusta, anche se l’idea fondamentale – quella di una funzione biologica compensatrice – è sicuramente esatta.

Questa funzione compensatrice ha poco a che fare con lo stato di sonno in sè, e il suo significato fondamentale invece è in rapporto con la vita cosciente. I sogni si comportano in maniera da compensare la situazione cosciente di volta in volta presente.>

Riferimenti bibliografici:

  • La psicologia analitica e le nuove prospettive sul sogno – V. Sbrescia
  • L’essenza dei sogni (Opere Vol. 8) – C.G. Jung

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