5 Maggio 2016

Il Disturbo di Apprendimento negli studenti

Il disturbo di apprendimento propriamente detto definisce una categoria di problematiche in ambito didattico. Esso si manifesta come una mancanza di autosufficienza nello svolgere attività e nell’apprendere tipiche abilità scolastiche.

Sparsi in tutto il mondo vi sono giovani e giovanissimi studenti affetti da tale problematica la quale però non identifica una  reale disabilità poichè si verifica in soggetti normodotati per intelligenza, caratteristiche fisiche e mentali. I disturbi di apprendimento  si manifestano notoriamente nell’area della lettura (dislessia), della scrittura (disgrafia e/o disortografia) ed in quella del calcolo matematico (discalculia).  Nei paesi anglosassoni tale categoria di disturbi comprende anche il deficit a carico della coordinazione motoria (disprassia) che sovente si accompagna ad alcuni dei  suddetti disturbi.

In alcuni casi le famiglie d’origine del soggetto affetto da disturbo di apprendimento si sentono così penalizzate, frustrate e contrariate da una tale situazione che preferiscono “negarla” completamente. In altri casi il giovane studente viene supportato e seguito in maniera accurata dai propi congiunti, i quali possono decidere di  ricorrere all’ausilio di attività logopediche e/o didattiche adeguate al tipo di deficit presentato.

La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati “DSA“. Il diritto allo studio degli alunni con DSA è quindi garantito mediante  la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico. Tutte le dirigenze scolastiche sono infatti tenute ad adeguarsi alla nuova normativa rendondone conto agli insegnanti. Questi ultimi già da anni hanno la responsabilità di individuare e supportare gli studenti  affetti da disturbo di apprendimento attraverso un piano di studio personalizzato (definito PDP). Fondamentale allora diviene per un insegnante riconoscere la patologia e visionare la legge in proposito . Alla luce di ciò sarebbe opportuno che ciascun istituto scolastico richiedesse ai propri docenti la partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento sul tema DSA.

Il disturbo di apprendimento è presente nel 2-3% dei bambini in età scolare. Tuttavia già a livello prescolare possono essere individuati indici di rischioLa Consensus Conference del 2010 ha stabilito che la diagnosi di DSA può essere effettuata a partire dal secondo (per dislessia e disortografia) e dal terzo anno (per discalculia) della scuola primaria.

Perchè è importante intervenire tempestivamente?  Agendo non appena si rilevano specifici indizi permette di evitare frustrazioni al bambino e di realizzare nell’immediato un intervento risolutivo ad hoc. Tuttavia la variabilità delle differenze individuali con cui i bambini costruiscono le proprie abilità rende difficile e prematuro individuare un disturbo di lettura, di scrittura o di aritemetica.

E’ importante non saltare a conclusioni affrettate ed effettuare diagnosi approfondite. Per quanto il disturbo di apprendimento sia una condizione debilitante essa non rappresenta una reale “disabilità“. Esistono poi quei casi in cui il disturbo di apprendimento risulta essere esclusivamente conseguenza di  una patologia medica (problemi neurologici), sensoriale (ipoacusia o cecità) e/o cognitiva (disabilità intellettiva).

E’ importante sottolineare che i DSA non si risolvono con il solo esercizio (leggere tanto non basta!), in tali casi infatti è fondamentale un trattamento abilitativo e terapeutico personalizzato.

La maggior parte delle difficoltà presenti nel bambino affetto da DSA sono difficilmente modificabili, pertanto risulta necessario un “adattamento” delle tecniche di insegnamento al bambino, che tenga conta dei suoi tempi e delle sue modalità di apprendimento. E’opportuno inoltre che l’insegnante adotti nei confronti dello studente alcuni accorgimenti: evitare la lettura ad alta voce, richiedere l’uso dello stampatello anzichè del corsivo (la cui scrittura risulta meno faticosa per il soggetto e più riconoscibile per l’insegnante, soprattutto in presenza di “disgrafia”), permettere l’utilizzo di formulari, tabelle pitagoriche,  striscia dell’alfabeto, etc.

La legislazione attuale non prevede per i bambini affetti da DSA un insegnante di sostegno, tuttavia è previsto un piano didattico personalizzato (PDP da svolgersi mediante attuazione di strumenti compensativi e dispensativi applicabili sia durante l’anno scolastico che in sede di esame. Le strategie compensative riguardano: uso di libri parlanti, registrazioni audio delle lezioni, uso di lettori, uso di cd rom, uso del pc per scrivere, uso di mappe concettuali, uso della calcolatrice e della tavola pitagorica. Le strategie dispensative invece riguardano: tempi più lunghi per l’esecuzione di un compito, riduzione dell’ assegno scolastico e di alcune attività didattiche, lettura a mente, possibilità di verificare oralmente l’esecuzione di un compito.

E’ necessario che tali misure siano eventualmente concordate e discusse tra psicologo, neuropsichiatra (che ha effettuato la diagnosi) e insegnanti di modo che si realizzi un trattamento omogeneo e adeguato alle esigenze del singolo studente.

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