1 Giugno 2016

Schemi di pensiero e PNL

Avete mai sentito parlare di PNL? Cosa significa tale sigla? In che modo interagisce con gli schemi di pensiero di un individuo?

Rispondiamo brevemente a questi 3 quesiti per introdurre ed addentrarci nell’affascinante mondo della programmazione Neuro-Linguistica.

La sigla PNL  identifica un processo utile a modificare schemi di pensiero, consci ed inconsci, presenti in ognuno di noi. Tale processo è finalizzato allo sviluppo ed all’accrescimento del nostro potenziale.

Praticamente la PNL permette di studiare i nostri schemi di pensiero, comportamentali e linguistici allo scopo di poter creare strategie utili per la scelta di decisioni, per la creazione di relazioni, per avviare attività in campo professionale, per motivare ed ispirare gli altri, per portare equilibrio nella nostra vita, e soprattutto per imparare ad apprendere.

Sapevi che possediamo strategie specifiche per tutto ciò che facciamo?

Queste si identificano con i nostri personali schemi di pensiero. Tuttavia questi nostri personali schemi di pensiero contengono elementi essenziali che spesse volte sfuggono alla consapevolezza conscia. In altre parole noi non siamo consapevoli, a livello conscio, di ciò che “facciamo” e soprattutto di “come lo facciamo”.  La metodologia su cui si basa la PNL permette di rendere manifesti gli elementi consci ed inconsci dei nostri pensieri, in modo da renderci consapevoli di scoprire com’è che facciamo ciò che facciamo.

Il punto è “se continuiamo a fare quel che abbiamo sempre fatto, continueremo ad ottenere i risultati che abbiamo sempre ottenuto”. Ci sono tante cose da imparare, in ambito professionale e personale, pertanto è impossibile per una qualsiasi persona apprendere tutto. Alla fine sarà la tua abilità nel gestire i pensieri, i conflitti e le esperienze a fare la differenza. Questo è quanto la PNL può insegnarci.

Così come cita il proverbio “tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare”, anche la PNL presta scarsa attenzione a ciò che le persone dicono di fare, poiché questo ha spesso poco attinenza con ciò che spesso in realtà le stesse persone fanno. Tuttavia anche interpellando individui realizzati nella propria vita non si ricavano risposte ben precise sul segreto del loro successo e su cosa essi hanno fatto o fanno per arrivare ad ottenerlo. Ciò accade poiché il segreto del successo è spesso un mistero per la nostra parte conscia.

Cosa fa ognuno di noi per modificare i propri comportamenti,  per mantenere il controllo o per pensare in modo positivo?

La PNL è appunto “pensare a come si pensa”, in altre parole essa aiuta a sviluppare l’ abilità di gestire efficacemente il pensiero. Nella PNL si intrecciano  pensiero e azione poiché l’uno è diretta conseguenza dell’altro e viceversa. Vecchi e disadattivi schemi di pensiero ci porteranno ad agire nel modo  in cui abbiamo sempre agito determinando costantemente i soliti risultati.  Il fisico e filosofo tedesco Albert Einstein intuì perfettamente questo stato di cose dichiarando “non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare sempre le stesse cose”.

Ognuno di noi possiede un proprio modo di pensare, noi siamo ciò che pensiamo ed  agiamo in conseguenza di ciò. Sarebbe opportuno chiedersi  quale sia l’origine dei nostri pensieri, soprattutto come si creano veri e propri schemi di pensiero.

Tutti noi assimiliamo informazioni attraverso i nostri sensi: vista, udito, tatto, gusto e olfatto. Queste informazioni sono poi rappresentate nella nostra mente come una combinazione di sistemi sensoriali e impressioni interne.  Il processo brevemente descritto si definisce “codifica dell’esperienza”.

Vi siete mai chiesti se sia possibile “pensare” in modi differenti? Qual è il modo che più vi appartiene?

Esistono modi alternativi di produrre un pensiero. Descriviamoli brevemente:

  • VISIVO: idee, fantasie e ricordi vengono rappresentati attraverso immagini.
  • AUDITIVO: il pensiero vive di voci e rumori.
  • CINESTESICO: i pensieri divengono sensazioni percepite sia internamente che superficialmente.

Facciamo un breve esempio per intenderci. Immaginate di dover sostenere un importante riunione di lavoro, poco prima del suo inizio siete seduti con il capo chino e provate ad immaginare quale esito potrebbe avere la suddetta riunione. A questo punto il pensiero si presenterà attraverso rappresentazioni mentali ben distinte:

Visive: immaginerete che nella riunione si ricorrerà ad una lavagna ove verranno riportati tutti i nomi dei soggetti che dovranno portare a termine determinate mansioni.

Auditive: immaginerete il vociare tra i partecipanti al termine dell’incontro.

Cinestesiche: immaginerete di stringere la mano alle altre persone, provando una piacevole sensazione di calore e soddisfazione.

Il nostro modo di pensare influenza il nostro stato interno il quale a sua volta attiva una reazione fisica. Questo è il potere della mente, la quale non sa distinguere tra ciò che viene vividamente immaginato e ciò che invece risulta reale.

Attraverso la nostra mente ed i nostri schemi di pensiero viviamo e riviviamo in anticipo situazioni di vita. Queste previsioni influenzano il risultato finale. La vita stessa è una profezia auto verificantesi.  Attenti ad utilizzare il pensiero poiché noi siamo e diveniamo ciò che pensiamo!

Una volta vissuta una esperienza, questa viene da noi acquisita sotto forma di ricordo. Quando reagiamo ad esso stiamo reagendo al modo in cui lo abbiamo immagazzinato nella nostra mente. Se riusciremo a gestire i nostri modi di pensare acquisiremo la capacità di influenzare i nostri ricordi modificando il modo in cui sono immagazzinati, fino a farli divenire esattamente come li desideriamo. Molte persone sviluppano capacità di immagazzinare i ricordi attraverso modi insani che portano alla depressione, alla rabbia o ad altri stati d’essere negativi. Perché abbandonarsi ad una tale decisione quando si potrebbe scegliere di coltivare nella propria mente uno stato di piacere e benessere? Perché spesso prevediamo gli eventi futuri ipotizzando che le cose vadano sempre nel verso meno funzionale al raggiungimento dei nostri obiettivi?

Il punto è scegliere il proprio stato mentale, anziché lasciare che sia lo stato a “sceglierci”!

 

 

Riferimento bibliografico:

Sue Knight (2009), PNL al lavoroAlessio Roberti Editore – Nlp Italy

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