23 Ottobre 2017

L’attaccamento madre-figlio

Harry Harlow, psicologo statunitense (1905-1981), attuò alcuni esperimenti volti a comprendere come si formi il legame materno tra madre e figlio. Egli tentò di stabilire l’importanza del bisogno di cibo e del bisogno di conforto nei bambini.
In una serie di famosi esperimenti, contrari all’etica scientifica, separò alcuni neonati di macaco dalle madri biologiche e li allevò in gabbie insieme a madri “surrogate”. Le scimmiette dovevano effettuare una scelta tra due alternative: una surrogata fatta di fil di ferro con un biberon di latte attaccato e l’altra, fatta di spugna morbida e soffice ma priva di biberon. Harlow scoprì che le scimmiette passavano la maggior parte del tempo aggrappate alla mamma di spugna, sebbene questa non offrisse loro alcun nutrimento. 

In un altro esperimento collocò le scimmiette in gabbie contenenti solo una delle due surrogate. Le scimmie che erano nella gabbia con la madre di spugna si sentivano relativamente sicure e si lasciavano andare al nuovo ambiente esplorandolo, correndo dalla “mamma” e aggrappandosi a lei non appena un forte rumore le spaventava. In modo differente le scimmie in gabbia con la madre surrogata fatta di fil di ferro non esploravano l’ambiente, se spaventate rimanevano immobili e si rintanavano oppure correvano all’impazzata da una parte all’altra della gabbia.

Harlow dimostrò che le scimmiette avevano un bisogno innato di contatto e conforto, fondamentali quanto il cibo. Tale constatazione mise in dubbio le teorie dell’attaccamento basate sull'”amore interessato” (molto popolari tra i comportamentisti e gli psicoanalisti) secondo cui il neonato si legherebbe alla madre soprattutto perché quest’ultima è in grado di soddisfare il suo istintivo bisogno di nutrimento. A tal proposito Harlow si spinse a ritenere che gli stessi padri fossero capaci, proprio come le madri, di prendersi cura della prole. All’epoca in cui visse lo studioso questa appariva un’idea alquanto rivoluzionaria.

Dalle ricerche effettuate da Harlow, pertanto, emerse che i piccoli non si stringono alla propria madre per avere latte ma perché desiderano affetto.

 

 

Bibliografia:

Christian Jarret – Ed. Logos 2013 , Psicologia in 30 secondi

 

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