24 Maggio 2018

L’isteria come patologia

Il termine isteria deriva dal greco “hysteron” che significa “utero”. Fu Ippocrate, medico dell’antica Grecia, a coniare  tale termine. A quel tempo l’isteria era considerata una malattia causata da uno spostamento dell’utero.Una patologia dunque già allora associata al genere femminile. Un’altra ipotesi, tuttavia, individua nella parola latina “hister”(attore) una più corretta e autentica derivazione; ciò ben si associa alla spiccata teatralità che caratterizza i comportamenti tipicamente isterici.

Nel Medioevo l’isteria si identifica con la pazzia, la stregoneria. Giovani donne venivano spesso condannate al rogo a causa della manifestazione di sintomi isterici. Gradualmente studi e indagini qualitative portarono a nuove consapevolezze con le quali si cercò di definire in maniera più obiettiva e scientifica tale condizione. Nel Novecento con la nascita della psicoanalisi giunse la svolta.  L’isteria, definita anche nevrosi, venne riconosciuta come una patologia che presentava cause di tipo psichico.

Queste le parole di Freud in occasione di una conferenza pubblica del 1909:

[…] i nostri malati isterici soffrono di reminiscenze. I loro sintomi sono residui e simboli mnestici di determinate esperienze (traumatiche) […]

[…] non solo non ricordano le esperienze dolorose del loro remoto passato, ma sono ancora attaccati ad esse emotivamente; non riescono a liberarsi del passato e trascurano per esso la realtà e il presente. Questa fissazione della vita psichica ai traumi patogeni è uno dei caratteri più importanti e praticamente più significativi della nevrosi.

Le parole di Freud testimoniano la presenza dei due ambiti in cui da sempre agisce la psiche umana; il conscio e l’inconscio. Secondo il neurologo austriaco il sintomo traeva origine dalla rimozione di un evento traumatico che da allora in poi sarebbe stato presente a livello inconscio e latente.

Prima di Freud altri illustri ricercatori tentarono, anche con buoni risultati, di curare l’isteria tramite il metodo dell’ipnosi. Attraverso tale metodologia infatti  pare riemergano i traumi rimossi del paziente isterico.

Attualmente il metodo dell’ipnosi, la psicoanalisi freudiana unitamente ad un approccio fenomenologico risultano strumenti privilegiati per la cura dell’isteria la quale oggi non è più riconosciuta come patologia psichica. Il termine di “nevrosi isterica” è stato infatti eliminato dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) solamente nel 1980 con l’uscita del DSM-III.

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